Parallelo Palestina – La storia delle atrocità sioniste contro Gaza.

Quand’è iniziato il 7 ottobre?

di Ghassan Fares

Occorre tornare indietro al 1917, a quando i colonialisti inglesi decisero di costruire un loro avamposto coloniale in Palestina per spiegare quando ebbe inizio il 7 ottobre della Palestina e di tutti i palestinesi, ma in breve potremmo dire che un inizio del 7 ottobre fu nell’agosto 2022, quando il regime sionista bombardò i palestinesi di Gaza per tre giorni, uccidendo 49 persone, tra cui 17 bambini.
Quello fu l’ultimo grande massacro che il regime sionista commise prima dell’attuale guerra genocida, ma certamente non fu il primo.
Tra la fine del 1947 e l’estate del 1950, durante la Nakba e la pulizia etnica, il regime aveva già espulso centinaia di migliaia di palestinesi verso Gaza.
Nell’ottobre del 1951, i sionisti fecero irruzione a Gaza, uccidendo decine di palestinesi ed egiziani, demolendo dozzine di case e facendo saltare in aria i pozzi per frenare il tentativo dei palestinesi di tornare a casa attraverso i nuovi confini stabiliti dai coloni ebrei.
In precedenza, nell’agosto 1949, i soldati sionisti avevano catturato due rifugiati palestinesi. Uccisero l’uomo e 22 soldati si alternarono violentando la donna prima di ammazzarla. Nel marzo 1950, i soldati israeliani rapirono due ragazze e un ragazzo palestinesi da Gaza sul nuovo confine. Uccisero il ragazzo e violentarono le ragazze prima di eliminarle.
Nell’agosto del 1950 quattro poliziotti israeliani violentarono una donna palestinese mentre raccoglieva frutta dal frutteto della sua famiglia oltre il confine della Cisgiordania.
I raid israeliani su Gaza sarebbero continuati nel 1952 e nel 1953, culminando nel massacro del campo profughi di Bureij nell’agosto dello stesso anno. L’unità militare israeliana 101 eliminò almeno 20 rifugiati palestinesi, tra cui sette donne e cinque bambini, lanciando bombe attraverso le finestre delle loro capanne mentre dormivano e sparando a chi tentava di fuggire. Decine di persone rimasero ferite. Altre fonti parlano di 50 palestinesi uccisi.
Nel febbraio 1955, i sionisti fecero irruzione in un campo militare egiziano a Gaza, uccidendo almeno 36 soldati egiziani e due civili palestinesi, uno dei quali bambino.
I sionisti bombardarono la città di Khan Younis a Gaza il 2 novembre 1956 dall’aria, uccidendo decine di civili prima che i carri armati israeliani entrassero in città il 3 novembre. Radunarono i combattenti della resistenza e li giustiziarono sul posto o nelle loro case. Nel frattempo, nell’adiacente campo profughi, gli israeliani raccolsero tutti gli uomini e i ragazzi di età superiore ai 15 anni nella piazza della città. Procedettero a mitragliarli, ammazzando tra le 300 e le 500 persone. Occuparono Gaza e la penisola del Sinai fino a quando non furono cacciati dagli Stati Uniti e dall’URSS nel marzo del 1957.
Nel 1967, il regime sionista invase e occupò nuovamente la Striscia. Ne espulse 75.000 palestinesi ed impedì ad altri 50.000 (che lavoravano, studiavano o viaggiavano fuori Gaza) di tornare a casa. Confiscò il 60 per cento della terra e tutta l’acqua dei palestinesi sottoponendo l’intera popolazione ad occupazione militare fino al 2005.
Dopo il ridispiegamento dell’esercito sionista intorno ai confini nel settembre 2005 e l’imprigionamento di 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia, i sionisti lanciarono ripetutamente bombardamenti indiscriminati contro la popolazione e la Resistenza (2006, 2008-2009, 2012, 2014 e 2021), con migliaia di vittime civili.
Queste sono solo alcune delle aggressioni che hanno preceduto il 7 ottobre e l’attuale genocidio, durante il quale l’unica “vittoria” che l’esercito sionista sta ottenendo è il massacro di decine di migliaia di civili, decine di migliaia di feriti e più di due milioni di sfollati. Ha provocato la distruzione di case, edifici residenziali, ospedali, scuole, biblioteche, edifici comunali, chiese e moschee.
L’aspetto più interessante della guerra sionista dei giorni nostri è che la resistenza palestinese continua a segnare vittorie militari sugli invasori. La giustezza della causa per cui stanno combattendo i partigiani palestinesi sta facendo la differenza contro l’ipermilitarismo usurpatore. La forza e la voglia di libertà e di liberazione stanno facendo la differenza sull’incessante riarmo fornito ai sionisti dall’impero statunitense, dai suoi servi del’UE e dal Regno Unito.
Considerata la portata delle atrocità genocide del regime, la straordinaria forza della sua indiscriminata macchina di morte, gli spudorati discorsi razzisti dei suoi politici al governo e all’opposizione, che considerano i palestinesi “animali” e “subumani”,  l’analogia con i crimini nazisti è d’obbligo.
Ciò che rimane al di là di ogni dubbio è che mentre la scala industriale delle atrocità israeliane è senza precedenti, la loro natura crudele è parte integrante della guerra sionista contro il popolo palestinese dal 1948. Nessun popolo al mondo si è guadagnato il diritto all’autodifesa come il popolo palestinese. Ma Stati Uniti, UE e Regno Unito, razzisti, colonialisti e prepotenti non si stancano di sostenere il genocidio ripetendo che “Israele ha il diritto di difendersi”.

Fonti:

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