“50MILA MARIA IN GAZA”, PROTESTA AL PRESEPE IN PIAZZA SAN PIETRO

Mentre nelle case del Paese si allestiscono i presepi, “50mila Maria” a Gaza si trovano costantemente in pericolo di vita a causa dei bombardamenti. Sono infatti, circa 50mila le donne attualmente incinte che rischiano ogni minuto la vita nella striscia. Di loro, più di 5mila partoriranno nelle prossime settimane e 180 partoriscono ogni giorno.

Per questo oggi, di fronte al presepe allestito in piazza San Pietro, abbiamo deciso di chiedere ancora una volta la fine del genocidio in Palestina, la protezione di tutti i civili e lo stop a una guerra sanguinosa che ha causato finora più di 20mila morti. L’abbiamo fatto esponendo lo striscione “50.000 Maria in Gaza”.

Queste donne partoriranno senza neanche una capanna, un tetto, perché nessuna è al sicuro. Le bombe cadono su ospedali, scuole, sedi Onu, chiese, moschee e università. Tanto che persino a Betlemme, la città della natività, le autorità religiose hanno deciso che quest’anno il Natale non verrà celebrato «in onore dei martiri e in solidarietà con il nostro popolo», e di ritenere «inappropriato organizzare tali festeggiamenti mentre si stanno verificando un massacro a Gaza e attacchi in Cisgiordania».

Per noi che siamo “dalla parte giusta” del mondo, quella complice del massacro israeliano, è un dovere (oltre che un diritto) alzare la voce con l’obiettivo di fermare la guerra, chiedendo la fine del genocidio in Palestina. Come d’altronde chiedono da settimane anche le nazioni unite e lo stesso Papa Francesco.

STOP GENOCIDIO

Quelle Brave q.b.

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