stop al blocco di Gaza

11 Maggio 2022

Un anno fa iniziava quella che i Palestinesi di Gaza hanno descritto come “un attacco da sconvolgere e durante il quale si perdevano i sensi”, con bombardamenti 24/24 ogni pochi minuti che ha causato la peggiore distruzione di quelli precedenti.

Molte famiglie sono completamente sparite, le torri di gaza fatte collassare con bombe potenti e gli impianti di acqua e fogne demoliti. Dopo, è stata possibile assai poca ricostruzione ed uno degli agenti che avrebbero dovuto farla, l’UNWRA è sempre più soggetta a minacce, impoverita e ridimensionata. Il blocco rimane ed è sempre più stretto.

Intanto, la aggressività e violenza della occupazione da parte di Israele e la urgenza che sta mettendo nell’allargare il controllo sulla vita dei Palestinesi tutti e di usare il “modello”  Gaza è in crescita costante da allora.

Cosi Israele oggi chiude non solo i passaggi per Gaza, ma anche quelli per tutto il West Bank, cosa già fatta negli ultimi mesi per Jenin ed altri villaggi. Cosi Israele usa, per la prima volta su zone “dove ci sono solo Palestinesi” e fuori Gaza, come la moschea di al Aqsa nell’ultima settimana del Ramadan, droni che scaricano lacrimogeni, già usati  a Gaza durante la marcia del ritorno.

In tutta la Palestina stanno avvenendo “omicidi preventivi”, e si minaccia omicidi mirati su personalità politiche, mentre i cittadini Israeliani da marzo sono invitati dal governo a portare le armi, e da oggi a farlo persino in sinagoga.

Gaza soffre sempre di più a causa del blocco e diventa sempre più la comunità isolata su cui si scaricano punizioni collettive, anche perché ciò è facile, meno costoso ed “esemplare” nella mentalità dell’occupante. Quindi, come sempre la gente di Gaza è sotto una stretta molto difficile da sostenere dopo 16 anni.

Sempre più evidente diventa come non c’è Palestina senza che Gaza sia “liberata” dal blocco.

 

 

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