Appello urgente: la politica genocida di Israele per distruggere gli ospedali nel nord di Gaza procede senza controllo nel mezzo dell’inazione internazionale

Gaza, 22 ottobre 2024 – L’esercito israeliano sta attualmente assediando e prendendo di mira i tre principali ospedali del Governatorato di Gaza Nord – l’Ospedale Al-Awda, l’Ospedale Kamal Adwan e l’Ospedale Indonesiano – ordinando a tutti coloro che si trovano all’interno di lasciare le strutture. Il personale medico, i pazienti feriti e malati, compresi bambini e neonati, le donne in travaglio e i loro accompagnatori, sono intrappolati all’interno.

L’intero Governatorato di Gaza Nord è sottoposto a rinnovati ordini di sfollamento israeliani dal 7 ottobre 2024, quando Israele scatenò una nuova ondata di violenza genocida contro i palestinesi nel nord di Gaza. In uno sforzo calcolato per forzare lo sfollamento di massa dei circa 400.000 palestinesi rimasti nel nord di Gaza, Israele ha anche rafforzato ulteriormente il suo assedio sull’area, affamando la popolazione e impedendo alle forniture mediche di raggiungere gli ospedali. Nelle strade di Jabaliya e Beit Lahiya ci sono dozzine di cadaveri e feriti, molti dei quali non possono essere soccorsi o trasportati negli ospedali per ricevere cure mediche urgenti e salvavita.

Le seguenti informazioni sono state raccolte da Al Mezan sulla base di resoconti di prima mano e informazioni disponibili e sono valide al 22 ottobre 2024. La situazione si sta rapidamente deteriorando e, a meno che la comunità internazionale non agisca immediatamente per fermare il genocidio di Israele a Gaza, lo faremo. presto riferiremo del collasso totale di queste strutture mediche.

Ospedale Al-Awda, campo profughi di Jabaliya

L’ospedale Al-Awda, situato nell’area Tal al-Zatar del campo profughi di Jabaliya, è attualmente sotto assedio israeliano. L’ospedale è stato attaccato direttamente dalle forze israeliane il 19 ottobre 2024, quando diversi proiettili di artiglieria hanno colpito il secondo e il terzo piano dell’edificio orientale, danneggiando la rete Internet, parti del sistema di energia solare, i serbatoi dell’acqua e le tubature sul tetto. Questi due piani, che un tempo venivano utilizzati come alloggi per il personale, sono ora fuori servizio a causa del rischio continuo di ulteriori attacchi.

La mattina del 22 ottobre 2024, il dottor Bakr Abu Safiya, capo del dipartimento di chirurgia dell’ospedale Al-Awda, ha detto ad Al Mezan: “Non possiamo lasciare gli edifici dell’ospedale, che comprendono due edifici operativi, ciascuno alto cinque piani. insieme ad un edificio in costruzione. Nessuno, nemmeno le persone ferite, i pazienti o il personale, possono accedere all’ospedale”. Il personale medico ancora presente negli ospedali comprende quattro ostetrici e ginecologi, un chirurgo, due medici d’urgenza, due anestesisti e un numero ridotto di infermieri, che continuano a fornire cure critiche ai bisognosi. Attualmente, l’ospedale Al-Awda sta curando 35 feriti e prendendosi cura di nove donne in travaglio.

Il dottor Bakr Abu Safiya ha aggiunto: “Al momento siamo assediati, con energia in diminuzione, senza carburante per il generatore e forniture mediche estremamente basse, appena sufficienti per soddisfare anche i bisogni più elementari. La situazione è estremamente pericolosa, con l’artiglieria pesante e i bombardamenti aerei su Tal al-Zatar e la presenza quasi costante di droni di sorveglianza israeliani, comunemente noti come quadricotteri, che volteggiano sopra l’ospedale”.

Ospedale indonesiano, Beit Lahiya

L’ospedale indonesiano è attualmente sotto assedio israeliano, con 15 membri del personale medico al suo interno che lavorano per curare 30 feriti, di cui due in condizioni critiche. Due pazienti in terapia intensiva sono già morti a causa delle interruzioni di corrente e della mancanza di ossigeno derivanti dall’assedio israeliano.

La mattina del 22 ottobre 2024, il dottor Marwan Al-Sultan, direttore dell’ospedale, ha detto ad Al Mezan: “Il 19 ottobre 2024, l’esercito israeliano ha bombardato il secondo e il terzo piano dell’ospedale, con schegge sparse in tutto l’ospedale e danneggiando Ieri hanno appiccato il fuoco ad una scuola vicina e c’era il serio rischio che le fiamme raggiungessero i nostri generatori e il serbatoio solare, che sono molto vicini all’edificio. Per fortuna, l’incendio si è spento senza intervento. avremmo dovuto affrontare un grande incendio e potenziali esplosioni”.

Il dottor Al-Sultan ha aggiunto: “Siamo a corto di carburante e non abbiamo acceso i generatori negli ultimi tre giorni. L’ultima consegna di carburante è avvenuta quasi una settimana fa. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha cercato di contattarci già da ieri, ma sia ieri che oggi gli è stato negato l’accesso. Cibo e acqua stanno scarseggiando pericolosamente. I miei colleghi hanno trovato un vecchio sacco di farina conservato in ospedale, che usavano per cuocere il pane. Non c’è nient’altro disponibile. Prima dell’assedio del nord di Gaza, portavamo quotidianamente scorte di cibo, ma ora siamo a corto di tutto”.

Il dottor Al-Sultan ha anche confermato ad Al Mezan che il 21 ottobre 2024 l’esercito israeliano si è avvicinato all’ospedale indonesiano e ha convocato il dottor Iyad Dakka, chiedendo informazioni dettagliate sulla struttura. Hanno chiesto specificamente cosa è immagazzinato nel seminterrato, al primo e al secondo piano e dove si trovano i pazienti. Dopo aver ricevuto queste informazioni, un soldato israeliano ha incaricato il dottor Dakka di aprire tutte le porte del piano terra e di fotografare tutto, avvertendolo che sarebbe tornato. Il soldato ha inoltre dichiarato l’ospedale zona di combattimento, ordinando a tutti di evacuare.

Questa mattina presto, i droni quadricotteri israeliani hanno lanciato volantini a Beit Lahiya dicendo:“A tutti coloro che sono presenti nei rifugi e negli ospedali: siete in una zona di combattimento pericolosa. Per la tua sicurezza, dirigiti immediatamente verso l’ospedale indonesiano attraverso le strade Al-Awda e Beit Lahiya. Qualsiasi movimento in un’altra direzione potrebbe mettere in pericolo la tua vita!”

Ospedale Kamal Adwan, Beit Lahiya

L’ospedale Kamal Adwan, l’unico ospedale con un’unità pediatrica nel nord di Gaza, è sotto assedio dall’inizio di questo mese ed è stato sottoposto a molteplici attacchi israeliani. Ad esempio, intorno alle 9:30 del 19 ottobre 2024, gli aerei da guerra israeliani bombardarono il cortile dell’ospedale. Intorno all’1:00 del giorno successivo, 20 ottobre 2024, gli aerei da guerra israeliani bombardarono l’area circostante l’ospedale e spararono contro i serbatoi dell’acqua e la rete elettrica dell’ospedale.

Il 21 ottobre 2024, il dottor Hossam Abu Safiya, direttore dell’ospedale, ha dichiarato ad Al Mezan: “La situazione è catastrofica, senza risorse disponibili, forniture mediche o materiali di consumo. Siamo sotto assedio totale, l’ingresso di carburante, cibo e medicine è bloccato. L’esercito israeliano ha impedito all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di consegnare forniture mediche essenziali, sebbene sia stato loro consentito di evacuare alcuni pazienti. Siamo di fronte ad un vero e proprio disastro umanitario”.

Stamattina, il dottor Hossam Abu Safiya ha confermato che le forze israeliane stanno circondando l’ospedale Kamal Adwan da tutte le direzioni, ordinando a tutti di lasciare i locali dell’ospedale e le aree residenziali circostanti utilizzando quadricotteri. Attualmente ci sono più di 150 pazienti, compresi bambini in ventilazione e neonati in incubatrici, che non possono essere evacuati. In seguito alla morte di due pazienti, il dottor Hossam Abu Saifya ha affermato che l’ospedale è stato costretto ad attuare un sistema di trattamento prioritario. Molti bambini che necessitano di ventilatori vengono lasciati senza accesso alle attrezzature salvavita.

Un ufficiale dell’ambulanza della Protezione civile ha dichiarato: “Il personale medico [all’ospedale Kamal Adwan] è limitato e il numero di feriti di Jabaliya e Beit Lahiya supera di gran lunga la capacità dell’ospedale. Chiunque sia ferito nel nord viene lasciato dissanguare. Come agenti delle ambulanze, non sappiamo dove portare i feriti. L’ospedale Kamal Adwan può ospitare solo un numero limitato di pazienti, ma nel nord di Gaza, ogni minuto, ogni secondo, le persone vengono uccise o ferite. Le persone non possono accedere ai cimiteri per seppellire i propri cari e ora sono costrette a seppellirli per strada. La situazione è catastrofica. I nostri movimenti come equipaggi della protezione civile e delle ambulanze sono severamente limitati, poiché le forze israeliane ci sparano mentre cerchiamo di evacuare i feriti”.

Conclusioni

L’escalation di attacchi contro tre degli ultimi ospedali funzionanti nei governatorati settentrionali fa parte della campagna sistematica e calcolata di Israele volta a smantellare il sistema sanitario di Gaza. Solo poche settimane fa, la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est, e Israele ha scoperto che “Israele ha attuato una politica concertata per distruggere il sistema sanitario di Gaza”.

Al Mezan sostiene che lo smantellamento sistematico e calcolato del sistema sanitario di Gaza è una componente fondamentale del genocidio israeliano contro il popolo palestinese di Gaza, volto a distruggere le istituzioni progettate per salvare vite umane e sostenere la salute pubblica e a distruggere fisicamente la popolazione palestinese di Gaza, in in tutto o in parte attraverso la privazione dell’assistenza sanitaria.

A meno che la comunità internazionale non intraprenda azioni concrete per porre fine al genocidio di Israele contro i palestinesi a Gaza, presto racconteremo il collasso totale dei tre ospedali, la morte di dozzine di pazienti in terapia intensiva, compresi bambini, e il rapimento di medici personale e sfollati interni rifugiati in questi ospedali, che saranno prelevati da Gaza e detenuti nei campi di tortura israeliani.

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Joe Biden reclamato dai medici USA

Le atrocità contro il popolo gazawi sono state sintetizzate in una lettera per il presidente statunitense Joe Biden

Mentre gli Stati Uniti d’America continuano a sostenere l’invio di armi a Israele, Donald Trump e Khamala Harris i due candidati alla Casa Bianca confermano che sarà volontà di entrambi proseguire la politica dell’amministrazione Biden a sostegno del governo di Benjamin Netanyahu. Nonostante una gran fetta della popolazione americana lotti quotidianamente contro il genocidio palestinese, una recente lettera inviata al presidente Joe Biden redatta da sanitari statunitensi denuncia ciò che sta accadendo sulla Striscia di Gaza nella totale violazione del diritto internazionale in merito alla distruzione di strutture sanitarie ed al sequestro e l’uccisione di medici e infermieri.

La lettera datata riporta le sconvolgenti dichiarazioni dei medici stranieri che hanno operato sulla Striscia di Gaza:

Non ho mai visto ferite così orribili, su scala così massiccia, con così poche risorse. Le nostre bombe stanno abbattendo donne e bambini a migliaia. I loro corpi mutilati sono un monumento alla crudeltà.

Dr. Feroze Sidhwa, chirurgo traumatologico e di terapia intensiva

Ho visto così tanti nati morti e morti materne che avrebbero potuto essere facilmente prevenuti se gli ospedali avessero funzionato normalmente.

Dott.ssa Thalia Pachiyannakis, ostetrica e ginecologa

Ogni giorno vedevo morire bambini. Erano nati sani. Le loro madri erano così malnutrite che non potevano allattare al seno, e non avevamo latte artificiale o acqua pulita per nutrirli, quindi morivano di fame.

Asma Taha, infermiera pediatrica

A Gaza è stata la prima volta che ho tenuto in mano il cervello di un bambino. Il primo di molti.

Dr. Mark Perlmutter, ortopedico e chirurgo della mano

La lettera è composta da 9 pagine firmate da numerosi professionisti che chiedono l’accesso libero a tutti i convogli umanitari contenenti materiale ed attrezzature mediche, descrivendo la catastrofica situazione che dal 7 ottobre sta annientando la popolazione dell’enclave, descritta attraverso la loro esperienza sul campo:

Praticamente tutti i bambini sotto i cinque anni che abbiamo incontrato, sia all’interno che all’esterno dell’ospedale, avevano sia tosse che diarrea acquosa. Abbiamo riscontrato casi di ittero(che indica un’infezione da epatite A in tali condizioni) praticamente in ogni stanza degli ospedali in cui abbiamo prestato servizio e in molti dei nostri colleghi sanitari a Gaza. Una percentuale sorprendentemente alta delle nostre incisioni chirurgiche si è infettata a causa della combinazione di malnutrizione, condizioni operative impossibili e mancanza di forniture e farmaci, compresi gli antibiotici. Le donne incinte da noi curate spesso davano alla luce bambini sottopeso e non potevano allattare a causa della malnutrizione. Ciò ha lasciato i loro neonati ad alto rischio di morte data la mancanza di accesso all’acqua potabile in qualsiasi parte di Gaza. Molti di quei bambini morirono. A Gaza abbiamo visto neomamme malnutrite nutrire i loro neonati sottopeso con latte artificiale preparato con acqua velenosa. Non possiamo mai dimenticare che il mondo ha abbandonato queste donne e questi bambini innocenti.

Le cure dei bambini gazawi non sono permesse da Biden
TOPSHOT – Members of the Palestinian Abu Dayer family cry the Al-Shifa hospital after the death of family members in an Israeli air strike on the family’s home in Gaza City (Photo by MAHMUD HAMS/AFP via Getty Images)

La lettera continua descrivendo la devastante situazione sanitaria legata alle donne incinte obbligate a sottoporsi a taglio cesareo senza anestesia, qualsiasi donna abbia partorito almeno una volta nella propria vita si renderà immediatamente conto del dolore fisico inimmaginabile che comporti una operazione di questo tipo. Inoltre sottolineano che spesso a causa della malnutrizione e della fatica nel fuggire quotidianamente dagli attacchi dell’ IDF le donne si sono trovate a partorire i propri bambini morti. L’empatia dei medici firmatari della lettera ricordano inoltre i propri colleghi uccisi dai militari israeliani:

Tutti noi abbiamo osservato i reparti di emergenza sopraffatti dai pazienti in cerca di cure per condizioni mediche croniche come insufficienza renale, ipertensione e diabete. A parte i pazienti traumatizzati, la maggior parte dei letti in terapia intensiva erano occupati da pazienti con diabete di tipo 1 che non avevano più accesso all’insulina, a causa della mancanza di farmaci e della diffusa perdita di elettricità e refrigerazione. Israele ha distrutto più della metà delle risorse sanitarie di Gaza e ha ucciso un operatore sanitario su 40 a Gaza. Allo stesso tempo, i bisogni sanitari sono aumentati enormemente a causa della combinazione letale di violenza militare, malnutrizione e malattie.

Quando abbiamo incontrato i nostri colleghi sanitari a Gaza era chiaro che erano malnutriti e devastati sia fisicamente che mentalmente. Abbiamo subito imparato che i nostri colleghi sanitari palestinesi erano tra le persone più traumatizzate a Gaza, e forse nel mondo intero.
Come praticamente tutte le persone a Gaza, avevano perso i loro familiari e le loro case. La maggior parte viveva dentro e intorno agli ospedali con le famiglie sopravvissute in condizioni inimmaginabili. Sebbene continuassero a lavorare con un programma estenuante, non venivano pagati dal 7 ottobre. Tutti erano profondamente consapevoli che il loro lavoro come operatori sanitari li aveva contrassegnati come obiettivi per Israele. Ciò si fa beffe dello status di protezione concesso agli ospedali e agli operatori sanitari in base alle disposizioni più
antiche e ampiamente accettate del diritto internazionale umanitario.

Palestinian medic treats wounded in the Israeli bombardment at Shifa Hospital in Gaza City, Monday, Oct. 23, 2023. (AP Photo/Yasser Qudih)

Intanto:

  1. Tutti i valichi terrestri tra Gaza e Israele, nonché il valico di Rafah, devono essere aperti alla consegna senza restrizioni degli aiuti da parte di organizzazioni umanitarie internazionali riconosciute. Il controllo di sicurezza delle consegne di aiuti deve essere condotto da un regime
    di ispezione internazionale indipendente invece che dalle forze israeliane. Questi controlli devono basarsi su un elenco chiaro, inequivocabile e pubblico attraverso la collaborazione internazionale indipendente, verificato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari nei territori Palestinesi occupati.
  2. Alla popolazione di Gaza deve essere assegnata una quantità minima di acqua potabile di 20
    litri per persona al giorno, come verificato da UN Water.
  3. Deve essere consentito l’accesso completo e senza restrizioni ai professionisti medici e
    chirurghi e alle attrezzature mediche e chirurgiche nella Striscia di Gaza. Ciò deve includere gli
    articoli trasportati nel bagaglio personale degli operatori sanitari per salvaguardarne la corretta
    conservazione, la sterilità e la consegna tempestiva, come verificato dall’Organizzazione
    Mondiale della Sanità. Incredibilmente, Israele sta attualmente impedendo a qualsiasi
    medico di origine palestinese di lavorare a Gaza, anche se cittadino americano. Ciò si fa
    beffe dell’ideale americano secondo cui “tutti gli uomini sono creati uguali” e degrada la
    nostra nazione e la nostra professione. Il nostro lavoro salva la vita. I nostri colleghi
    sanitari palestinesi a Gaza hanno un disperato bisogno di aiuto e protezione e meritano
    entrambi.
    Non siamo politici. Non pretendiamo di avere tutte le risposte. Siamo semplicemente medici e
    infermieri che non possono rimanere in silenzio su ciò che hanno visto a Gaza. Ogni giorno in cui
    continuiamo a fornire armi e munizioni a Israele è un altro giorno in cui le donne vengono
    fatte a pezzi dalle nostre bombe e i bambini vengono uccisi dai nostri proiettili.
    Presidente Biden e Vicepresidente Harris, vi esortiamo a porre fine a questa follia adesso!
    Sinceramente e urgentemente

Feroze Sidhwa, MD, MPH, FACS, FICS
Trauma, acute care, critical care, and general surgeon
Northern California Veterans Affairs general surgeon
Served at European Hospital, Khan Younis, March 25-April 8 Secretary/Treasurer, Chest Wall Injury Society
Associate Professor of Surgery, California Northstate University College of Medicine
Prior humanitarian work in Haiti, West Bank, Ukraine (3 deployments since 2023), and Zimbabwe
Treated victims of the Boston Marathon Bombing
French Camp, CA

Mark Perlmutter, MD, FAAOS, FICS
Orthopedic and hand surgery
Served at European Hospital, Khan Younis, March 25-April 8 President, World Surgical Foundation
Global Vice President, International College of Surgeons Prior humanitarian work in 30 countries
Treated victims of 9-11 and Hurricane Katrina
Rocky Mount, NC

Thalia Pachiyannakis, MD, FACOG
Obstetrician and gynecologist
Served at Nasser Medical Complex, Khan Younis, June 20-July 11 South Bend, IN
Adam Hamawy, MD
Plastic and reconstructive surgeon
Served at European Hospital, Khan Younis, May 1-21 Lt. Colonel, U.S. Army (Ret.)
Princeton, NJ
Bing Li, MD
Emergency medicine
Served at European Hospital, Khan Younis, June 6-13
Served at Nasser Medical Complex, Khan Younis, June 14-20 Served at Indonesian Hospital, Beit Lahia,
June 21-July 3 U.S. Army Veteran
Peridot, AZ
Thaer Ahmad, MD
Emergency medicine
Served at Nasser Medical Complex, Khan Younis & al-Aqsa Martyrs Hospital, Deir el-Balah, January 8-24
Director of Global Health, Advocate Christ Medical Center Assistant Clinical Professor, University of
Illinois Chicago College of Medicine
Chicago, IL
Tanya Haj-Hassan, BM BCh, MSc
Pediatric intensivist
Served at al-Aqsa Martyrs Hospital, March 11-25
Prior humanitarian work in the West Bank with Doctors Without Borders
Rhodes Scholar
Philadelphia, PA
Mohammad Subeh, MD, MS
Emergency medicine and ultrasound

Served at the International Medical Corps Rafah Field Hospital, February 14-March 13
Served at the International Medical Corps Deir el-Balah Field Hospital, June 25-July 18
Mountain View, CA
Nahreen Ahmed, MD, MPH
Pulmonary and critical care intensivist
Served at Nasser Medical Complex, Khan Younis, January 8-21 Served at the MedGlobal/WHO Nutrition
Center, Rafah,; al-Awda Hospital, Gaza City & Kamal Adwan Hospital, Beit Lahia March 4-18
Former medial director, MedGlobal
Previous humanitarian work in Yemen, Syria, Ukraine, and Sudan Philadelphia, PA
Ahmed Hassabelnaby, DO
Emergency medicine
Served at European Hospital, Khan Younis, March 18-April 1 Served at Indonesian Hospital, Beit Lahia,
June 20-July 3 Orlando, FL
Talal Khan, MD, FACP, FASN, FRCP
Nephrologist
Served at Nasser Medical Complex, Khan Younis, July 16-August 13
Clinical Associate Professor, University of Oklahoma College of Medicine
Currently serving in Gaza
Oklahoma City, OK
Mahmoud G. Sabha, MD
Family medicine
Served at al-Aqsa Martyrs Hospital, Deir el-Balah, March 25-April 3
Served at European Hospital, Khan Younis, May 1-17
Dallas, TX
Asma A. Taha, PhD, RN, CPNP-PC/AC, FAAN
Pediatric nurse practitioner
Served at Emirati Hospital for Women and Children, Rafah, February 15-March 1
President, Association of Faculties of Pediatric Nurse Practitioners Professor of Nursing, Oregon Health &
Science University School of Nursing
Portland, OR
Imad Tamimi, DMD
Oral and Maxillofacial Surgeon
Served at European Hospital, Khan Younis, February 8-20 Clinical Associate Professor, Rutgers New Jersey
School of Dental Medicine
President, Palestine Children’s Relief Fund Medical Advisory Board
Clifton, NJ

Chandra Hassan, MD, FACS, FRCS
General, bariatric, minimally invasive, and robotic surgeon Served at Nasser Medical Complex, Khan Younis
& al-Aqsa Martyrs Hospital, Deir el-Balah, January 9-23
Board Member, MedGlobal
Prior humanitarian work in Ukraine and Syria
Associate Professor of Surgery, University of Illinois College of Medicine
Chicago, IL
Hani El-Omrani, MD
Obstetric and regional anesthesiologist
Served at European Hospital, Khan Younis, March 4-18 Assistant Professor of Anesthesiology, University of

Washington School of Medicine
Seattle, WA
Zaher Sahloul, MD, FCCP
Pulmonary and critical care intensivist
Served at Nasser Medical Complex, Khan Younis, January 9-25 President, MedGlobal
Associate Clinical Professor of Medicine, University of Chicago Pritzker School of Medicine
2020 Gandhi Peace Award recipient
Chicago, IL
Mike M. Mallah, MD
Trauma, acute care, critical care, and general surgeon Served at European Hospital, March 4-18
Assistant Professor of Surgery
Director of Global Surgery Program
Charleston, SC
Mohamed Elfar, MD, MSc, FACS, FCCM
Plastic and reconstructive surgeon
Served at European Hospital, Khan Younis, February 8-20 Assistant Professor of Surgery, SUNY Upstate
Medical University Adjunct Professor of Surgery, Touro University New York College of Osteopathic
Medicine
New York City, NY
Hisham Qandeel, MD
Cardiac and thoracic surgeon
Served at European Hospital, Khan Younis, March 18-April 1 Clinical Assistant Professor, Michigan State
University Medical Schools
Lansing, MI

Mohammed J. al-Jaghbeer, MD, FCCP
Pulmonary and critical care intensivist
Served at European Hospital, Khan Younis, March 25-April 8 Cleveland, OH
Waleed Sayedahmad, MD, PhD
Anesthesiologist
Served at European Hospital, Khan Younis, March 25-April 8 Parkland, FL
Amer Afaneh, MD, FACS
Trauma, acute care, critical care, and general surgeon
Served at European Hospital, Khan Younis, March 25-April 8 Toledo, OH
Omer Ismail, MD, FACS
Trauma, acute care, critical care, and general surgeon Served at European Hospital, Khan Younis, May 1-21
Des Moines, IA
Ammar Ghanem, MD, FCCP
Pulmonary and critical care intensivist
Served at European Hospital, Khan Younis, May 1-17
Clinical Assistant Professor, Michigan State University College of Osteopathic Medicine
Lansing, MI
Abeerah Muhammad, MSN, RN, CEN
Emergency and critical care nurse
Served at European Hospital, Khan Younis, May 1-17 Dallas, TX

Abdalrahman Algendy, MD
Anesthesiologist
Served at European Hospital, Khan Younis, February 19-March 5 Toledo, OH
Ayman Abdul-Ghani, MD, FACS, FRCS
Cardiac and thoracic surgeon
Served at European Hospital, Khan Younis, March 25-April 8 Honolulu, HI
Mohamad Abdelfattah, MD
Pulmonary and critical care intensivist
Served at European Hospital, Khan Younis, May 1-17 Los Angeles, CA
Irfan Galaria, MD, MBA
Plastic and reconstructive surgeon
Served at European Hospital, Khan Younis, January 29-February 7 Chantilly, VA
Mohammed Khaleel, MD, MS
Orthopedic and spine surgeon
Served at European Hospital, Khan Younis, April 3-10 Fort Worth, TX
Salman Dasti, MD
Anesthesiologist and interventional pain specialist
San Francisco, CA
Served at European Hospital and Nasser Medical Complex, Khan Younis, June 20-July 4
Bashar Alzghoul, MD, FCCP
Pulmonary and critical care intensivist
Served at European Hospital, Khan Younis, March 25-April 8 Gainesville, FL
Lana Abugharbieh, BSN, RN, CEN
Trauma, operating room, and emergency nurse
Served at European Hospital, Khan Younis & Primary Care Clinics, Rafah, January 24-February 7
Ashburn, VA
Rana Mahmoud, RN, BSN
Emergency and critical care nurse
Served at European Hospital, Khan Younis, January 22-February 6 & March 25-April 8
Wesley Chapel, FL
Tarek Gouda, RN, AACN
Critical care nurse
Served at European Hospital, Khan Younis, March 5-13 San Diego, CA
Ndal Farah, MD
Anesthesiologist
Served at European Hospital, Khan Younis, February 8-20 Toledo, OH
Hina Syed, MD
Internal medicine and geriatric medicine
Served at al-Aqsa Martyrs Hospital, Deir el-Balah, April 1-10 College Park, MD
John Kahler, MD, FAAP
Pediatrician
Co-founder, MedGlobal
Served at Primary Care Clinics, Rafah, January 8-24
Served at Kamal Adwan Hospital and Nutrition Center, Beit Lahia, March 4-25

Chicago, IL
Aman Odeh, MBBS, FAAP
Pediatrician
Served at Emirati Hospital for Women and Children, Rafah, March 20 to April 1
Assistant Professor of Pediatrics, Dell Medical School
Austin, TX
Tamer Hassen, BSN
Trauma and emergency nurse
Served at European Hospital, Khan Younis, April 29-May 22 Bedford, MA
Gamal Marey, MD, FACS, FACC
General, cardiac, and thoracic surgeon
Served at European Hospital, Khan Younis, March 25-April 8 Lt. Colonel, U.S. Army Reserve
Stockton, CA
Ahmad Yousaf, MD, MBA
Internal medicine physician and pediatrician
Served at al-Aqsa Martyrs Hospital, June 24-July 16 Little Rock, AK
Ahmed Ebeid, MD
Anesthesiology and pain specialist
Served at Kamal Adwan Hospital, Beit Lahia, March 25-April 13 Portland, OR
Nadia Yousef, MD
Nephrologist
Served at Nasser Medical Complex, Khan Younis, June 18-July 3 Modesto, CA

CC: Jake Sullivan, National Security Advisor
Anthony Blinken, Secretary of State
Samantha Power, Administrator, USAID
Senator Benjamin Cardin, Chair, Senate Foreign Relations Committee
Senator Jim Risch, Ranking Member, Senate Foreign Relations Committee
Congressman Michael McCaul, Chair, House Foreign Affairs Committee
Congressman Gregory Meeks, Ranking Member, House Foreign Affairs Committee

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Fondo dei piccoli per Gaza

Fondo dei piccoli per Gaza

New Weapons Research Group (NWRG) è un gruppo di accademici, ricercatori, medici e attivisti che si occupa di studiare e denunciare gli effetti delle armi più recenti sulle persone, in particolare donne e bambini. Noi (di NWRG) siamo piccoli, non una grande associazione, ma siamo soddisfatti di aver usato questa piccolezza al meglio riuscendo a coprire negli ultimi 3 anni bisogni essenziali per la sopravvivenza di neonati e bambini.

La piccolezza, con l’aiuto di centinaia di donatori piccoli come noi e di un fondo della Chiesa Valdese ci ha permesso di fare scelte veloci, a seconda delle criticità che ci sono segnalate dagli ospedali, coprendo necessità che gruppi grandi e strutturati non potevano coprire, ma che hanno salvato centinaia di bimbi.

Solo l’anno scorso, prima di questo massacro a Gaza e quando già gli ospedali soffrivano di gravi carenze, siamo riusciti a coprire il bisogno di eritropoietina per il reparto di dialisi pediatrica, salvavita per i dializzati e non coperto del tutto da altre donazioni per i neonati, e abbiamo fornito latte e immunoglobuline per in neonati pretermine, fino ai primi giorni dell’attacco israeliano.

Ora non si trovano medicine da comperare a Gaza, mentre restano ingigantite necessità primarie per le persone rifugiate.

Abbiamo quindi trovato modo di offrire sostegno ad una scuola dove sono rifugiati in un migliaio, nella zona centrale di Gaza con l’aiuto di persone locali e riuscendo ancora a trasferire piccole somme di denaro a rate per fornire pasti.

Abbiamo usato i fondi che la chiesa Valdese ci ha affidato per comperare latte per neonati che stanno morendo di fame e intendiamo continuare questa linea di aiuto appena riempiamo un po la cassa.

Quindi vi chiediamo di donare quello che potete, sarà il fondo dei Piccoli

piccoli noi, piccole le donazioni e piccoli sono quelli che riceveranno sollievo dal nostro lavoro.

Nel frattempo continuiamo a diffondere notizie su Gaza, interagiamo e collaboriamo con gruppi di professionisti della salute in vari paesi e pubblichiamo report scientifici sugli effetti delle guerre.

Grazie

PayPalhttps://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=HG7ZLUS7UJLWY.

Instagram: new_weapons_research_group

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la via del latte. stoccaggio in Giordania

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consegna latte

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la via del latte -milk way

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la via del latte per i bambini di Gaza

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THE LAST DROP OF COMPLICITY FROM THE EU THAT RAISED OUR INDIGNATION

In recent days the specter of the spread of polio has emerged in Gaza, a very serious disease of which we have a distant memory but which recurs where hygiene conditions are seriously compromised. It is not surprising that it emerged in Gaza, where for eleven months the population has been living crowded together, waste and sewage are spilled on the streets and everything is missing, especially clean water.

The UN organizations and the WHO have asked to vaccinate around 640,000 children, for the first time those born from 2023 and with a booster those up to ten years old. Israel has apparently allowed a suspension of attacks for 9 hours a day for 3 days in each of the areas into which it keeps Gaza forcibly divided. Which will therefore resume after 3pm and until 6am daily.

WHO and UN organizations on the ground began preparing to be active on Sunday, September 1, but expressed skepticism about whether these time windows will be respected by Israel or whether they are adequate for the task. One of WHO’s concerns is whether safe access is permitted even during these limited periods for both staff and children’s families. And they have reasons, even fresh ones: 3 days ago, due to yet another “mistake”, the IDF repeatedly hit a World Food Program car to which it had “allowed and coordinated” passage. Today it targeted cars from Anera, a humanitarian organization that was “allowed” to travel to distribute aid. The attack killed 5 people under the pretext that there were “suspicions” around the cars.

We are convinced, along with the WHO, that the operation may not be effective, puts the lives of vaccinators and the families who approach them at risk, and that the conditions imposed are not adequate for the purpose of widespread vaccination. There is no doubt that families and the Ministry of Health in Gaza are alarmed by the spread of polio in addition to other diseases, and that they too will do everything possible to protect children, already seriously decimated or ill and often malnourished. All of them will still try to make it a useful intervention.

What is outrageous and deeply disturbing in this context in which we try to protect the health of children is that nothing is done to prevent them from becoming possible and apparently favorite victims of the IDF – see the many children who are victims of sniping documented by doctors international organizations operating in Gaza – and it is also the incompetence of European and Italian political representatives. Who, at the very least, should know and be aware of their responsibilities and capable of using the tools they have to stop the genocide.

Instead, we heard the High Representative for Foreign and Security Policy of the European Union, Josep Borrell, call for 3 days of ceasefire, as if they were the panacea for Gaza. Naturally following the same US request. It seems that Borrell has never seen even a photo of what Gaza is now and how it is under attack and does not ask himself what sense there is in vaccinating children and then not protecting their lives.

But how come this anxiety about the vaccination saving in just a few hours (27) for approximately 210,000 recipients for each area, welcomed with caveats and skepticism by the UN delegated bodies who “know what they should do” and say how it is almost impossible to do it, has had a lot of echo in the EU buildings and apparently in its governments and was praised by the US representative at the United Nations?

What its “true and certain” outcome will be, however, is clear. And if only part will be vaccinated, if perhaps none of the convoys and people who converge, on foot and under the sun to vaccinate their little ones will be attacked by “misunderstanding” between 6 and 3 pm, if not even after 3pm of the fateful 3 days, if and if…even if, certainly having “granted this vaccination truce” has already achieved with the announcement alone the result of protecting Israel from an additional crime against humanity and genocide in addition to as already documented, and any incident will be condoned like all other IDF “mistakes”.

And we are convinced that at least this outcome is clear to the politicians, that both Borrell, the majority of European governments and the USA are clear about this role of “protection of the criminal”, having practiced for a long time and successfully in this activity. An exercise so well done that after 11 months the EU does not even talk about suspending economic and research agreements, although required by compliance with Article 2 of its own rules, nor about sanctions on the state of Israel, in compliance with the Court’s ruling International Criminal Law while, also late on the USA, Borrell timidly suggests sanctioning some settlers, individually.

We therefore denounce the proposal for a humanitarian truce for vaccinations, however necessary, as insufficient and hypocritical. The apparent humanitarian value of the request by Borrell and the USA actually covers an objective complicity with Israel, which could improve its international image, without giving any guarantee that vaccinations are actually feasible. A bit like with the US bridge for humanitarian aid? only this time the UN pays.

Vaccinating the population, and especially children, is absolutely necessary, but we cannot allow and ignore that, at the end of the truce, the situation in Gaza will become dramatic again, with daily massacres, an average of 40 deaths per day, the majority of which are women and children, and that the population continues to survive in the complete destruction of schools, hospitals, infrastructures, and in the impossibility of accessing humanitarian aid. The EU and the states of Europe and the world have the tools in their regulations and legally permissible and invoked by the International Criminal Court to stop the massacre in Gaza and the extension of the genocide into the occupied territories in the West Bank.

They all have to use them.

We no longer accept this political ignorance and bad faith. As also stated by the Director General of the World Health Organization Tedros Adhanom Ghebreyesus, he also underlines how “the only lasting medicine is peace” and “the only way to completely protect all the children of Gaza is a ceasefire”

We add: a permanent ceasefire, the reconstruction of Gaza, the end of the Israeli occupation. Otherwise, any humanitarian initiative, however necessary and desirable, unfortunately covers up the ethnic cleansing at the hands of Israel which continues and extends it, and also pays the price for it.

We therefore ask the EU to take a position so that vaccinations are accompanied by a permanent ceasefire, abandoning the complicit policy it has pursued until now and finally sanctions Israel for failure to respect humanitarian law and for war crimes.

Prof.ssa Paola Manduca, Genetista, NWRG-odv

Dr. Giorgio Mariani, Sapienza Università di Roma

Dr. Antonello Petrillo, sociologo, Università degli Studi S.O. Benincasa, Napoli

Carla Pagano, dottoranda, Università di Napoli L’Orientale

Prof.ssa Laura Guazzone,  Sapienza Università di Roma

Dr. Maria Elena Indelicato , CEEC Individual FCT Researcher, University of Coimbra, Center for Social Studies | UNPOP Researcher 

Dott.ssa Chiara Tenti, ASIT – Università degli Studi di Padova

Antonio Banfi, biblioteca sede Medicina, Università di Milano Bicocca

Dr. Giulia Rossi, TNPEE Milano e Torino

Dr. Mariasilvia Giamberini, ricercatrice, Consiglio Nazionale delle Ricerche

Dr. Paolo Cuttitta, Università di Genova

Dr. Stefano Portelli, Università Roma T

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L’ULTIMA GOCCIA DELLA COMPLICITÀ DELL’UE SOLLEVA  LA NOSTRA INDIGNAZIONE

In questi ultimi giorni a Gaza è emerso lo spettro della diffusione della poliomielite, malattia gravissima di cui noi abbiamo un lontano ricordo ma che si ripresenta dove le condizioni igieniche sono gravemente compromesse. Non stupisce che sia emersa a Gaza, dove da undici mesi la popolazione vive ammassata, i rifiuti e i liquami sono riversati per strada e manca tutto, soprattutto acqua pulita.

Le organizzazioni dell’ONU e l’OMS hanno chiesto di vaccinare circa 640.000 bambini, per la prima volta i nati dal 2023 e con richiamo per quelli fino ai dieci anni. Israele ha apparentemente concesso che per 9 ore al giorno per 3 giorni e in ognuna delle aree in cui mantiene divisa con la forza Gaza, ci sia una sospensione degli attacchi, i quali riprenderanno dunque dopo le 15 e fino alle 6 quotidianamente.

L’OMS e le organizzazioni ONU sul territorio hanno iniziato a prepararsi per essere attive domenica 1 settembre, esprimendo però scetticismo sul fatto che queste finestre temporali saranno rispettate da Israele e che siano adeguate al compito. Una delle preoccupazioni dell’OMS è che sia permesso accesso sicuro, anche in questi periodi limitati, alle vaccinazioni al personale medico e alle famiglie dei bambini. E hanno ragione:  3 giorni fa, per un ennesimo “errore” l’IDF ha colpito ripetutamente un’auto del World Food Program a e di cui avevano “concesso e coordinato” il passaggio. Oggi ha mirato a un’auto di Anera, organizzazione umanitaria a cui era stato “concesso” di spostarsi per distribuire aiuti. L’ attacco ha ucciso 5 persone con il pretesto che ci fossero “sospetti” intorno alle auto.

Siamo convint*, come l’OMS, che l’operazione possa non essere efficace, che metta a rischio le vite dei vaccinatori e delle famiglie che si recano a fare vaccinare i figli, e che le condizioni imposte non siano adeguate allo scopo di effettuare una vaccinazione capillare. Non c’è dubbio che le famiglie e il Ministero della salute di Gaza siano allarmati dal diffondersi della polio, in aggiunta a quella di altre malattie, e che anche loro faranno il possibile per proteggere i bambini di Gaza, già gravemente decimati o malati, e spesso malnutriti. Tutti i soggetti coinvolti proveranno certamente a fare un intervento utile.

Quello che indigna, e che disturba profondamente in questo contesto in cui si cerca di proteggere la salute di bambini, è che non si faccia nulla per impedire che restino le vittime possibili, e apparentemente predilette, dell’IDF. Infatti sono molti i bambini vittime di cecchinaggio, come documentato da medici internazionali operanti a Gaza. Indigna inoltre l’incompetenza dei rappresentanti politici europei ed italiani, i quali, al minimo, dovrebbero conoscere ed essere consapevoli delle loro responsabilità e capaci di usare gli strumenti che hanno per fermare il genocidio.

Invece, abbiamo sentito l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, Josep Borrell, chiedere 3 giorni di cessate il fuoco come se fossero la panacea per Gaza, a seguito della stessa richiesta espressa dagli USA. Sembra che Borrell non abbia mai visto neanche una foto di cosa è adesso Gaza e di come sia costantemente sotto attacco, e che non si domandi che senso abbia vaccinare i bambini per poi non proteggere la loro vita.

Ma come mai arriva ora questa ansia della vaccinazione come se salvifica in poche ore (27) per circa 210.000 destinatari in ciascuna zona e accolta con caveas e scetticismo dagli organismi ONU coinvolti? Come mai questa iniziativa ha avuto tanta eco nei palazzi UE e apparentemente nei suoi governi, ed è stata lodata dal rappresentante USA alle Nazioni Unite?

Quale sarà il suo “vero e sicuro” esito è chiaro. Anche se solo in parte si riuscirà a vaccinare, anche se nessuno dei convogli e delle persone che convergeranno, a piedi e sotto il sole, a far vaccinare i propri piccoli sarà per “malinteso” attaccato tra le 6 e le 15, l’aver concesso questa “tregua vaccinale” ha già ottenuto, con il suo solo annuncio, il risultato di fornire a Israele una protezione dalle accuse di ulteriori crimini contro l’umanita e di genocidio in aggiunta a quanti già documentati, cosicché, più facilmente, se vi saranno attacchi  si parlerà di incidenti e di  altri “errori” dell’IDF.

Noi siamo convint* che questo esito di miglioramento di immagine pubblica sia chiaro ai politici, a Borrell, alla maggior parte dei governi europei,  e agli USA, considerato che si sono esercitati a lungo e con buon risultato nell’attività di proteggere Israele dalle responsabilità penali. Un esercizio tanto ben fatto che dopo 11 mesi la UE non parla nemmeno di sospensione degli accordi economici o della cooperazione scientifica e tecnologica, persino quando l’utilizzo militare di questa è evidente e nonostante questo venga richiesto dal diritto umanitario, né parla di sanzioni allo stato di Israele, in ottemperanza al pronunciamento della Corte Penale Internazionale mentre, in ritardo anche sugli USA, Borrell suggerisce timidamente di sanzionare qualche colono, individualmente.

Denunciamo quindi la proposta di tregua umanitaria per le vaccinazioni: essa è necessaria, ma è insufficiente e ipocrita. L’apparente valenza umanitaria della richiesta da parte di Borrell e degli USA copre in realtà un’oggettiva complicità con Israele, che potrebbe migliorare la propria immagine internazionale grazie ad essa, tuttavia senza essere costretto a dare nessuna garanzia che le vaccinazioni siano concretamente fattibili. Un po’ come è stato per il ponte USA per gli aiuti umanitari, solo che questa volta paga l’ONU.

Vaccinare la popolazione, e soprattutto i bambini, è assolutamente necessario, ma non si può permettere e ignorare che, al termine della tregua, la situazione di Gaza torni drammatica, con stragi giornaliere, una media di 40 morti al giorno di cui gran parte donne e bambini, e che la popolazione continui a sopravvivere nella più completa distruzione di scuole, ospedali, infrastrutture, e nell’impossibilità di accedere agli aiuti umanitari. L’UE e gli altri stati europei hanno strumenti legalmente leciti e invocati dalla Corte Penale Internazionale per fermare il massacro di Gaza e l’estensione del genocidio nei territori occupati in Cisgiordania.

Devono usarli tutti.

Non accettiamo più questa ignoranza e la malafede politica. Come dichiarato anche dal Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, “l’unica medicina duratura è la pace” e “l’unico modo per proteggere completamente tutti i bambini di Gaza è un cessate il fuoco”.

Aggiungiamo noi: un cessate il fuoco permanente, la ricostruzione di Gaza, la fine dell’occupazione israeliana. Altrimenti, qualsiasi iniziativa umanitaria, per quanto necessaria e auspicabile, purtroppo copre la pulizia etnica per mano di Israele, che la continua ed estende in Cisgiordania.

Chiediamo quindi alla UE di prendere posizione perché le vaccinazioni siano accompagnate dal cessate il fuoco permanente, abbandonando la politica complice che si è perseguita fino ad ora e finalmente sanzioni Israele per mancato rispetto del diritto umanitario e per crimini di guerra.

Prof.ssa Paola Manduca, Genetista, NWRG-odv

Dr. Giorgio Mariani, Sapienza Università di Roma

Dr. Antonello Petrillo, sociologo, Università degli Studi S.O. Benincasa, Napoli

Carla Pagano, dottoranda, Università di Napoli L’Orientale

Prof.ssa Laura Guazzone,  Sapienza Università di Roma

Dr. Maria Elena Indelicato , CEEC Individual FCT Researcher, University of Coimbra, Center for Social Studies | UNPOP Researcher 

Dott.ssa Chiara Tenti, ASIT – Università degli Studi di Padova

Antonio Banfi, biblioteca sede Medicina, Università di Milano Bicocca

Dr. Giulia Rossi, TNPEE Milano e Torino

Dr. Mariasilvia Giamberini, ricercatrice, Consiglio Nazionale delle Ricerche

Dr. Paolo Cuttitta, Università di Genova

Dr. Stefano Portelli, Università Roma Tre

Dr. Francesca Geymonat, Università di Torino

Dr. Greta Persico, Università di Milano-Bicocca, 

Dr. Michele De Sanctis Università Sapienza di Roma

Dr. Simone Sibilio, Università Ca’ Foscari Venezia

Dr. Monica Zoppè. Istituto di Biofisica, CNR

Dr. Caterina Bori, Università di Bologna

Dr. Antonino Adamo, CNR

Dr. Matteo Bassoli, Università degli Studi di Padova

Dr. Annalisa Pascarella, IAC-CNR

Alice Franchini, dottoranda, Scuola Normale Superiore

Dr. Lorenzo Iannuzzi, Università di Firenze

Dr. Antonio Barrocu, Università degli Studi di Torino

Dr. Francesco Vacchiano, Università Ca’ Foscari, Venezia

Dr. Lea Nocera, Università di Napoli L’Orientale

Dr. Monica Dall’Asta, Università di Bologna

Dr. Simona Troilo, Università dell’Aquila

Dr. Vladimiro Andrea Boselli, Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente CNR-IREA, Milano 

Dr. Giulia Gozzelino, Università degli Studi di Torino

Dr. John W. Gilbert, Dipartimento FORLILPSI, Università di Firenze

Dr. Chiara Pilotto, Università di Bologna 

Dr. Alberica Bazzoni, Università per Stranieri di Siena 

Dr. Melania Del Santo, Istituto Nazionale di Astrofisica

Dr. Mariateresa Crosta, Istituto Nazionale di Astrofisica

Dr. Antonella Peli, Assegnista di Ricerca – Università Iuav di Venezia

Dr. Mariagiulia Agnoletto, Psichiatra, Salaam ragazzi dell’Olivo Onlus, comitato di Milano

Dr. Lucia Amorosi, Assegnista di ricerca, Scuola Normale Superiore 

Dr. Claudio Musicò Università degli studi Roma Tre

Dr. Vittorio Agnoletto, medico, professore a contratto, Università degli Studi, Milano

Dr. Stefano Luisi, Chirurgo, Univ. Pavia

Dr. Achille Marotta, Ricercatore, Istituto Universitario Europeo (Firenze)

Dr.ssa Francesca Collotto, Educatrice Professionale, ASL Toscana centro

Dr.ssa Maria Elvira Renzetti ginecologa ospedaliera in pensione 

Dr. Alessia Carnevale, Università degli Studi di Napoli l’Orientale

Dr. Gianna Palmieri CNR-IBBR

Dr. Costanzo Frau Psicoterapeuta Manchester Metropolitan University (MMU)

Dott.ssa Roberta Atzas, Infermiera, Asl Oristano

Dr Ennio Cocca CNR-IBBR

Prof. Giovanni Piccoli, Università di Trento 

Sandro Frassanito infermiere Roma

Dr Susanna Rossi medico Empoli

Dr. Alessia Di Eugenio, Università di Bologna

Gianmarco Giovannardi, ricercatore, Università di Firenze

Dr. Diego Luis Gonzalez, ricercatore associato, IMM-CNR, Bologna

Dr. Antonella Lanotte, medico d’emergenza urgenza, Bologna

Prof.ssa Marcella Corsi,  Sapienza Università di Roma

Dr Carmine Pecoraro, Pediatric Nephrologist, National Ethics Committee for Pediatric Trials

Dr.Bruno Cigliano, Pediatric surgeon, Università Federico II , Napoli

Dott.ssa Cinzia Tani, UFC Neuropsichiatria Infantile, USL Toscana centro

Dr. Simona Taliani, Università L’Orientale Napoli

Dr. Cipriani Francesco medico d’ emergenza -urgenza ordine dei medici di Arezzo

Maria Assunta Patrizia Longo, Medico Supervisor Counselor / Trainer Counselor

Dr. Jacopo De Leo, Tecnico Sanitario di Laboratorio, AOUP, Pisa

Dott.ssa Valeria Volonté, Fisioterapista, libera professionista, Saronno (VA)

Dr Aldo Infantino, chirurgo in pensione, Padova -SpGV

Dr Chiara Sambalino, medico medicina interna,USL Toscana Centro

Dr Franco Camandona ginecologo Genova NWRG -odv 

Dr Marco Camandona farmacista Genova

Michela Negro Savona infermiera

Dr. Danilo Aceto Zumbo, Università di Roma Tor Vergata – Grant Office

Nicola Mancini, dottorando, Università di Urbino Carlo Bo

Dr. Giovanna Citti, Università di Bologna

Dr. Rosy Galbo, Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’ Età Evolutiva

Dr. Jalna Rossi, Ordine medici veterinari di Milano

Dr . Alberto Del Nero , Urologo , Milano

Dr. Paola Rivetti, Dublin City University

Dr. Marco Ammar Università di Genova

Dr. Stefania Bertonati, Università di Pavia

Dr. Sevgi Doğan, Assegnista di ricerca, Scuola Normale Superiore 

Dr. Gabriella Martis, Psichiatra, Ordine Medici di Cagliari

Dr. Danilo Aceto Zumbo, Università di Roma Tor Vergata – Grant Office

Prof. Roberto Beneduce, Anthropologist and Psychiatrist, University of Turin

Mario Zazzaro fisioterapista

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