6 agosto Pagine Esteri

della redazione – 

Ore 23:00 – Il Ministero della salute a Gaza informa che Il numero dei morti palestinesi nella Striscia è salito a 24, di cui 6 bambini.

Ore 22:00 – Sono 6 i bambini uccisi dagli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. Molti altri feriti durante i bombardamenti al nord della Striscia.

Ore 20:50 – Cinque palestinesi uccisi da una bomba nel nord di Gaza, a Jabaliya. Tra loro 3 bambini.


Gaza, terzo giorno di guerra. Sale il numero dei morti palestinesi, ospedali allo stremo


Intanto Israele ha annunciato che gli attacchi su Gaza potrebbero durare una settimana.

Ore 20:00 – La polizia israeliana ha annunciato che rilascerà il permesso a centinaia di israeliani della destra religiosa radicale di marciare sulla Spianata della moschea di Al Aqsa a Gerusalemme. In occasione delle celebrazioni per la commemorazione della distruzione del Tempio biblico, il digiuno ebraico per il Tesha B’Av, nonostante la grave situazione di Gaza, il governo israeliano ha dato il via libera alla visita agli attivisti e simpatizzanti della destra radicale. Questo potrebbe significare addirittura un’escalation nel già grave conflitto in corso, la guerra totale e l’abbandono di qualsiasi speranza di un cessate il fuoco, vitale per la popolazione di Gaza. Una tale provocazione causerebbe quasi sicuramente un coinvolgimento massiccio dell’ala militare di Hamas che fino a questo momento è rimasta una spettatrice degli eventi che coinvongono principalmente la Jihad Islami. Formalmente, secondo l’accordo concordato anche con Israele, la Giordania è la custode dei luoghi santi islamici di Gerusalemme. È lo stesso accordo a definire le regole: sulla Spianata pregano solo i musulmani, mentre gli ebrei lo fanno al Muro del Pianto e i cristiani al Santo Sepolcro. Nonostante ciò, il governo israeliano insieme alle forze di polizia hanno stabilito che la “passeggiata” della destra religiosa sulla Spianata non rappresenti una violazione dello status quo.

 

Ore 19:00 – Centinaia di palestinesi ed ebrei israeliani stanno protestando in diverse città della Cisgiordania e di Israele: Haifa, Umm al-Fahm, Tel Aviv e Jaffa. Chiedono al governo israeliano di fermare l’attacco alla Striscia di Gaza.

Ore 17:45 – Suonano a Tel Aviv le sirene di allarme che avvertono del possibile arrivo di razzi. Al momento non ci sono notizie di danni: con ogni probabilità il lancio è stato intercettato dal sistema di difesa israeliano.

Ore 15:50 – Secondo il Ministero della Salute il numero dei morti palestinesi nella Striscia di Gaza, in seguito agli attacchi israeliani, è salito a 15. 125 i feriti. Attacchi che proseguono in questa seconda giornata di operazione militare su Gaza, quando Israele ha cominciato a colpire anche palazzi residenziali.

L’unica centrale elettrica di Gaza si è spenta dopo aver terminato il carburante, dagli ospedali denunciano la mancanza di medicine e macchinari necessari per curare i feriti che stanno raggiungono le cliniche.

La situazione nella Striscia, già difficile in seguito ai gravi danni causati dai pesanti bombardamenti israeliani dello scorso anno, diventa sempre più difficile.

Pagine Esteri, 6 agosto 2022 – Un attacco improvviso, quello israeliano Gaza. Tutto è cominciato con l’omicidio mirato di Taisir Al Jaabari, un comandante militare del Jihad Islami, raggiunto da un raid mentre si trova va all’interno della Palestine Tower di Gaza City. Durante l’attacco sono state uccise anche una bambina di 5 anni, Alaa Qadum e una ragazza di 23 anni. Subito dopo altri attacchi hanno colpito con velocità e precisione torrette di osservazione e altri obiettivi.

Il primo giorno dell’operazione Breaking Dawn si è chiuso con l’uccisione di 10 palestinesi e 55 feriti nella Striscia di Gaza.

I membri del Jihad Islami hanno atteso che arrivasse la sera per rispondere agli attacchi israeliani con il lancio di decine di razzi, un centinaio probabilmente, verso il sud e il centro di Israele, dove al suono delle sirene anti-missile migliaia di persone si sono messe a riparo nei rifugi.

Israele ha descritto l’operazione militare come un “attacco preventivo” per evitare il lancio di razzi e la risposta militare del Jihad all’arresto, lunedì 1 agosto, del proprio comandante militare in Cisgiordania, Bassam al Saadi, che è stato portato via da Jenin dall’esercito israeliano. In seguito all’operazione l’Egitto si era impegnato in una mediazione tra Israele e Jihad proprio per evitare un’escalation. A Gaza si attendeva, prevista per domenica 7 agosto, la risposta israeliana alle richieste del Jihad, che sarebbe dovuta giungere per bocca dei mediatori egiziani. Ma Israele ha attaccato prima.

Nella prima mattinata di sabato 6 agosto un nuovo raid israeliano ha ucciso, a Khan Yunis, Tamim Ghassan Hijasi, undicesima vittima in meno di 24 ore. Poco prima erano stati arrestati in Cisgiordania 19 membri del Jihad Islami.

La Relatrice Onu per i Diritti umani, Francesca Albanese, ha condannato l’attacco israeliano a Gaza: “L’operazione Breaking Dawn è un flagrante atto di aggressione. Illegale. Immorale. Irresponsabile”.

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